Un’altra poesia da “Pensieri Notturni Disordinati“.
Le mie colline
Rari sono i momenti
nei quali riesco ad essere sereno, tranquillo,
nei quali riesco a far decantare,
almeno un po’, i pensieri.
I soliti pensieri.
Le solite preoccupazioni.
Le solite beghe.
Le solite, schifose, questioni.
La radio non fa altro
che portarmi notizie brutte,
di guerre, di violenze,
di disagi e tragedie.
La strada, correndo veloce
sotto le ruote della mia auto,
mi avvicina a casa,
alla camera nella quale vivo tutte le mie apprensioni.
Proprio tutte.
Quelle di lavoro.
Quelle personali.
Quelle mie, quelle degli altri.
Prima di raggiungere quella che,
senza esagerare,
posso considerare metà del mio mondo,
un attimo, un lungo attimo di piacere.
Quattro curve, altrettanti rettilinei.
Due chilometri, sì e no,
durante i quali, per rispetto o per mia scelta,
anche il mio mezzo, auto o moto che sia, rallenta il suo ritmo.
Due chilometri nei quali,
sia giorno o notte,
estate o inverno,
lo sguardo va ora a destra, ora a sinistra.
A cercare, insistentemente,
quelle due braccia verdi, marroni o bianche,
che sanno stringermi a loro
come una madre accoglie il figlio amato.
Così mi sento, percorrendo la statale.
Così mi sento, vedendo ciò che nessun uomo,
in nessun modo, saprà mai ricreare:
le mie colline…
© Roberto Grenna – Riproduzione vietata