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E siamo finalmente a sabato. La prima settimana di scuola è andata, senza particolari sussulti. Qualche problema il primo giorno con alcuni termometri – prontamente sostituiti da altri, nuovi, arrivati a tempo di record – e un paio di situazioni che, se non fosse per il fatto che siamo in emergenza, potrebbero anche strappare un (mezzo) sorriso.

Allora… all’interno dell’Istituto cerchiamo in tutti i modi di far rispettare poche e semplici regole: se ci si muove, la mascherina va indossata (comprendo chiaramente anche il naso!), se si è fermi nel banco può – anche se mi verrebbe da dire deve – essere abbassata. Il tutto nel rispetto di chi volesse tenerla su naso e bocca anche nella cosiddetta “fase statica”. Da lunedì metteremo a disposizione per le Studentesse e gli Studenti le mascherine che ci sono state consegnate (chiariamo i numeri: con quelle che abbiamo, a regime, duriamo una decina di giorni) e lavoreremo in maniera costruttiva con l’Azienda che si occupa dei trasporti a livello provinciale. Siccome qualcuno ha pensato che non ci fossimo minimamente interessati di questa parte, vorrei solamente segnalare quanto successo nei mesi scorsi. Con le altre scuole della città avevamo comunicato gli orari già nel mese di luglio, proprio perché chi di dovere potesse prenderne visione ed, eventualmente, portare criticità sulle quali lavorare. Il piano regionale dei trasporti è stato comunicato lo scorso dieci settembre – secondo le informazioni raccolte dello scrivente – all’Azienda che copre la provincia di Alessandria, con una situazione che da subito si è mostrata differente rispetto a quella prospettata a suo tempo. Già lunedì o martedì ci incontreremo con i responsabili di tale Azienda per lavorare a una soluzione che consenta a Studentesse e Studenti di fruire appieno delle ore di lezione con trasporti relativamente “comodi”. Può essere che non sia chiara la complessità di questi due mondi – Scuola e Trasporti – ma la rassicurazione che si sta facendo tutto il possibile per ridurre (speriamo eliminare) i disagi cui ciascuna/o è sottoposta/o.

Ma non divaghiamo… le situazioni che potrebbero far fare il (mezzo) sorriso… allora… abbiamo evitato gli assembramenti con i doppi turni. Dentro la Scuola ci si deve muovere con le mascherine fino al banco e dal banco verso ogni altra posizione. Si deve tenere la destra ed evitare situazioni di rischio camminando possibilmente in fila. Per il momento non viene svolta nemmeno l’attività fisica in palestra.

Poi, mi affaccio alla finestra della presidenza subito prima di uno degli ingressi. Gruppi più o meno grandi di ragazze e ragazzi a stretto contatto e con le mascherine abbassate. Chi fuma, chi si bacia appassionatamente. Chi, semplicemente, parla, ride, scherza. Al momento di entrare, la mascherina passa dal gomito o dalla tasca dello zaino al viso e via, la giornata comincia. All’uscita, qualche simpatica/o guascone con mascherina abbassata e sigaretta già in bella vista tra le labbra è stata/o opportunamente rimproverata/o, ma… cui prodest? Perché noi dobbiamo garantire tante forme di sicurezza se poi i singoli, una volta svoltato l’angolo, se ne fregano delle regole e vivono come se la pandemia non fosse mai esistita? Perché un dirigente scolastico deve pagare penalmente quando il resto del mondo se ne impippa? Sono polemico, sì! Perché credo che l’educazione e il rispetto dell’altro debbano valere ovunque, non solo dove la legge e gli obblighi in capo a pochi fanno creare misure che hanno talvolta dell’incredibile. Perché credo che tante persone che protestano per le difficoltà – oggettive, per la carità – di questo inizio d’anno scolastico potrebbero essere più proattive semplicemente rispettando le regole sempre e non solo dove c’è chi cerca di farle rispettare. Perché credo che, in un momento come questo, sia importante mandare il messaggio che non tutto dipende da quanto controllata una persona possa essere, ma dall’autocontrollo che ciascuno deve dimostrare nelle situazioni borderline

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