Uno dei killer più prolifici del Sol Levante nacque nel 1905 da una famiglia nella quale il padre era un violento alcolizzato. Affetto da balbuzie, fin dalle scuole elementari risultò disattento e poco propenso allo studio, così che a fatica riuscì a diplomarsi. Lavorò come apprendista in un’azienda metallurgica, per poi arruolarsi nella Marina nel 1923, probabilmente per sfuggire agli obblighi genitoriali di fronte ai quali era stato posto dalla sua condizione di padre non sposato. Nei nove anni trascorsi come militare, l’uomo partecipò a molte azioni giapponesi contro la Cina, uccidendo soldati, civili – tra i quali anche donne e bambini – e rendendosi responsabile insieme ai suoi commilitoni anche di stupri sistematici.
Nel 1932, congedatosi, si sposò con la figlia di un prete scintoista. La relazione fu parecchio agitata e la donna decise di lasciarlo anche a causa del fatto che lui già aveva un figlio. Yoshio non si scompose e decise di risolvere la questione in maniera cruenta, uccidendo il suocero e ferendo altre sei persone. Fu arrestato e tenuto in prigione fino al 1940 durante un’amnistia – la condanna era a quindici anni di lavori forzati – trovando lavoro presso il porto di Tokyo.
Alle proprie dipendenze aveva parecchie donne, così che prese l’abitudine di spiarle mentre facevano il bagno dopo il lavoro. Dal 25 maggio 1945 all’estate del 1947 si sviluppò il regno di terrore, favorito in maniera sostanziale dalla guerra e dal fatto che le autorità avevano altro a cui pensare. Kodaira violentò e uccise almeno dieci donne, fino a quando non commise un errore, fornendo ai genitori della sua penultima vittima il proprio nome. Quando la ragazza scomparve, i suoi parenti indirizzarono le ricerche da parte della polizia, non potendo, però, evitare un ultimo omicidio. Quando fu arrestato, confessò spontaneamente i propri crimini – tra i quali spiccava un’altra trentina di stupri, ricevendo la condanna a morte.
Fu impiccato il 5 ottobre 1949.
Fonti:
M. Newton, Dizionario dei serial killer, Newton Compton Editori, Milano 2004.
https://en.wikipedia.org/wiki/Yoshio_Kodaira