Il futuro “mostro di Bolzano” crebbe in un ambiente familiare con scarso affetto e comunicazione. Le fonti parlano di un padre autoritario, di una madre debole e di un ritardo nel linguaggio. Bergamo soffrì in adolescenza di obesità e di psoriasi e dal 1992 venne privato di un testicolo (seminoma), subendone un complesso abbastanza importante. Chiuso e introverso, amava la fotografia e collezionava coltelli. Ne aveva sempre uno in tasca. Viene descritto come pignolo, vendicativo, reattivo, litigioso, incapace di intrattenere rapporti interpersonali. Ebbe una breve storia affettiva, che non fu consumata sessualmente. I pochi rapporti sessuali li ebbe con prostitute. Fu scoperto che rubava indumenti intimi femminili.
All’apparenza dava l’impressione di essere un gran lavoratore, nonostante i plurimi licenziamenti, oltre che figlio modello dalla vita irreprensibile: come molti serial killer, indossava una maschera di apparente normalità che celava il suo mondo di fantasie violente e di sensazioni di inferiorità nei confronti dell’universo femminile.
Bolzano, 3 gennaio 1985. Marco Bergamo decise di andare a trovare Marcella Casagrande, quindicenne iscritta all’istituto magistrale incontrata in precedenza in un negozio di fotografia.
La ragazza gli aprì la porta, facendo entrare quel ragazzone di diciott’anni un po’ impacciato, che sembrava tranquillo e innocuo mentre le parlava di una delle sue passioni, la fotografia.
Quando, però, cercò una scusa per metterlo alla porta, Marco si sentì rifiutato dalla ragazza e, in un impeto, estrasse il coltello che portava sempre con sé e la colpì. Una, cinque, dieci. Ventun volte, su schiena, testa, collo, tronco e braccia.
Mentre attendeva di partire per il militare, il 26 giugno 1985 uccise, in un monolocale di Bolzano, la quarantunenne Annamaria Cipolletti.
Ex professoressa, la donna sbarcava il lunario prostituendosi in casa. Fu trafitta da diciannove coltellate inferte con una lama di almeno otto centimetri.
Il 7 gennaio 1992, l’uomo accoltellò a morte – con ventiquattro fendenti – la povera Renate Rauch, prostituta tossicodipendente di ventiquattro anni originaria di Bressanone, abbandonandone il corpo nel piazzale di un distributore di benzina non distante dalla stazione di Bolzano.
21 marzo 1992: Renate Troger, diciannovenne autostoppista raccolta da Bergamo tra Bressanone e Bolzano, fu vittima di una aggressione brutale non appena salì sull’auto dell’uomo, che cercò dapprima di strangolarla, colpendola poi con sedici coltellate tra gola, torace e addome.
Notte tra il 5 e il 6 agosto 1992: Marika Zorzi, diciannovenne di Laives, perse la vita a causa di ventisei coltellate che Bergamo le assestò dopo aver subito, a suo dire, atti denigratori da parte della ragazza. Dopo una colluttazione, le coltellate fatali e lo scarico della ragazza, ancora viva, a bordo strada.
Durante lo scontro, a testimoniarne anche la violenza, si ruppero alcune parti dell’auto, tra le quali un deflettore, un finestrino e lo specchietto retrovisore dell’auto. Bergamo fu fermato alcune ore dopo. Nel bagagliaio aveva i vestiti sporchi di sangue, i documenti della sua vittima, oltre che, sui sedili, macchie di sangue. Fu immediatamente arrestato, confessando di lì a poco il delitto.
Da quel momento, gli inquirenti cominciarono a ipotizzare il coinvolgimento del giovane, che aveva appena compiuto ventisei anni, in altri omicidi simili, sia per pesanti prove indiziarie trovate nella sua abitazione, sia per il modus operandi. Le indagini si aprirono a ventagli anche in Veneto, in Austria e a Parigi, dove si registrarono omicidi per arma da taglio in periodi compatibili con la presenza di Bergamo in quei luoghi.
Al fine di considerare la sua imputabilità, furono necessarie tre perizie psichiatriche, l’ultima delle quali lo definì sano di mente al momento degli omicidi, ma con una personalità fortemente disturbata.
A 51 anni, mentre scontava ancora la sua pena nel carcere di Bollate presso Milano, fu trasferito urgentemente in ospedale, dove gli fu riscontrata una grave infezione polmonare. Morì il 17 ottobre 2017
Fonti:
A. Accorsi, M. Centini, La sanguinosa storia dei serial killer, Newton Compton Editori, 2008.
M. Buttarini, M. Collina, M. Leoni, I serial killer – Un approccio psicologico e giuridico al fenomeno, Experta Edizioni, 2007.
P. Cagnan, Il bambino che odiava le donne, n. 7 di Delitti e Misteri, novembre 1996
P. De Pasquali, Serial killer in Italia. Un’analisi psicologica, criminologica e psichiatrico-forense, Milano, 2001
G. Ponti, U. Fornari, Il fascino del Male, Milano Raffaello Cortina Editore, 1995
https://it.wikipedia.org/wiki/Marco_Bergamo