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Joe Ball, ex distillatore clandestino e proprietario di un’osteria a Elmendorf, divenne uno dei personaggi del folklore texano; la sua esistenza è avvolta ancora oggi da un alone di mistero.
Alligator man” – questo uno dei suoi soprannomi – era il secondo degli otto figli di Frank Ball, un pioniere che aveva saputo arricchirsi con il cotone e il crescente mercato immobiliare dell’epoca, e crebbe in un ambiente sano. Alcuni dei suoi fratelli divennero notabili dell’epoca, mentre Joe – da sempre solitario e appassionato di armi da fuoco – gestiva negli anni trenta del secolo scorso la Social Inn, che aveva fatto costruire con il bar completo di pianoforte e tavoli da gioco, alcune camere da letto – frequentate dai clienti in compagnia delle cameriere – oltre a una stanza per il combattimento dei galli. Gli affari andavano a gonfie vele, nonostante il carattere non proprio solare dell’uomo. Joe fece anche costruire, nel retro, una grande vasca cementata che riempì d’acqua e… di alligatori.
Joe iniziò una relazione con Minnie Gotthardt, una robusta ragazza di Seguin, con la quale condivise la gestione della taverna. L’uomo, però, non era propriamente fedele. Intraprese, infatti, altre relazioni con cameriere del locale – le cronache parlano di Dolores Goodwin e di Hazel “Schatsie” Brown. Nel 1937 Minnie sparì improvvisamente dalla circolazione, secondo Ball per vergogna, dopo aver partorito un bambino di colore. L’oste, a quel punto, si sposò con Dolores, che ebbe un grave incidente nel 1938, perdendo un braccio, per poi sparire poco tempo dopo, seguita a breve distanza da Hazel. Nell’autunno scomparve anche la ventunenne Julia Turner. Le indagini dello sceriffo e dei suoi uomini, che continuarono nonostante le scuse che Ball trovava ogni volta, portarono alla luce una dozzina di ragazze scomparse misteriosamente nel nulla. Le indagini ebbero una svolta quando un vicino riferì di aver visto Joe smembrare un corpo umano e darlo in pasto agli alligatori, versione poi supportata anche dall’anziano tuttofare della locanda, Clifton Wheeler, che portò in seguito gli investigatori nel luogo dove erano stati sepolti i resti – e proprio, solo, di resti si trattava – di Hazel Brown e di Minnie Gotthardt.
Quando Ball vide arrivare lo sceriffo e il suo vice con l’incarico di prelevarlo per un interrogatorio, chiuse la cassa, estrasse una pistola da uno dei cassetti del bancone e si sparò al cuore, chiudendo di fatto una storia che lasciò parecchi interrogativi. Il tuttofare dell’uomo fu condannato a due anni per favoreggiamento, mentre i “cuccioli” furono donati allo zoo di San Antonio.

Fonti:
M. Newton, Dizionario dei serial killer, Newton Compton Editori, Milano 2004.
https://en.wikipedia.org/wiki/Joe_Ball
https://it.findagrave.com/memorial/7072866/joseph-d_-ball
http://www.occhirossi.it/biografie/JoeBall.htm

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