Giuseppe Belloli è conosciuto anche come il “mostro di Treviglio”, sebbene la cittadina bergamasca non abbia un ruolo fondamentale o preminente nelle sue imprese criminali.
Nato nel 1948 a Ghisalba, fu riconosciuto come pedofilo omicida e considerato schizofrenico e incapace di intendere e di volere da parte dei periti.
Abbandonata la scuola molto giovane, lavorò come garzone di fornaio e come muratore e, a quindici anni caricò un bambino sulla sua bicicletta, portandolo in un posto disabitato. Fortunatamente, il piccolo riuscì a fuggire.
Circa tre settimane dopo, Belloli si fece accompagnare in riva al Serio da un altro bambino, che tentò di violentare. Il piccolo fuggì, nonostante fosse stato colpito al capo con un sasso, e non riferì nulla a nessuno.
25 marzo 1964. Mario Boris, sette anni, seguì il mostro in luogo appartato, dove l’uomo lo violentò e lo strangolò, abbandonandone il cadavere nel territorio del comune di Ghisalba.
Successivamente, a Cologno al Serio uccise brutalmente Erminio Merisio, sette anni, buttandone il cadavere in un tombino.
Fu arrestato, ammettendo subito i delitti commessi. e fu riconosciuto incapace di intendere e di volere. Rinchiuso nel manicomio criminale di Aversa per cinque anni, fu poi trasferito all’OPG di Reggio Emilia e, successivamente, a un Istituto della Bergamasca, riuscendo a scappare più volte.
Nel 1971, purtroppo, uccise un altro bambino di dieci anni, senza compiervi violenza sessuale.
Fonti:
A. Accorsi, M. Centini, La sanguinosa storia dei serial killer, Newton Compton Editori, 2008.
Mi ricordo di Belloli Giuseppe perché mio coetaneo. Ho frequentato le elementari nella stessa classe, era personaggio strano fin da ragazzino. La famiglia viveva di espedienti e il ragazzino era lasciato a se stesso.
Mi piacerebbe scrivere un libro sulla sua storia. Sarebbe interessato a una chiacchierata per fornirmi qualche informazione in più?
Non posso esserLe di aiuto più di quanto già detto. Subito dopo le elementari la mia famiglia si trasferì e quello che so lo appresi dai giornali.
Ho scoperto la storia di Belloli oggi, visitando una mostra sui serial killer in corso a Lambrate. Visto che vivo a Treviglio mi ha incuriosito, salvi scoprire che né killer né vittime erano di Treviglio. Mi chiedo però se è corretto metterlo in una mostra con tanto di scritta “mostro” visto che presumibilmente è vivo e dovrebbe aver scontato la pena.
Io sono il cugino dell’ultima vittima, di Ludriano. Non credo sia ancora vivo. Le ultime notizie li davano affetto da una rara malattia neuro-degenerativa e ricoverato in una struttura psichiatrica sanitaria in Sicilia.
Non credo che le pene relative a certi fatti possano esser scontate così facilmente e che si possa, a un certo punto, esser considerati non più mostri.