Nato in Scozia, questo serial killer necrofilo sviluppò la propria “carriera” a Londra. Figlio di un soldato norvegese che vedeva pochissimo, impegnato tra truppe e baldoria coi commilitoni, crebbe con la madre, in particolare modo dopo il divorzio tra i suoi genitori, avvenuto quando lui aveva tre anni. All’inizio della pubertà, Nilsen scoprì di essere omosessuale. Confuse e vergognato dalla cosa, tenne nascosta la propria sessualità alla sua famiglia e ai suoi pochi amici, arruolandosi non appena gli fu possibile. Lavorò come cuoco per l’esercito per undici anni, dal 1961 al 1972, quando si congedò con il grado di caporale. Proprio nell’anno del suo congedo, la madre e il fratello ebbero modo di comprendere che Dennis fosse omosessuale, causando una frattura che non fu più sanata e un allontanamento dalla propria famiglia di origine.
Decise di spostarsi a Londra, dove entrò a far parte della polizia locale. Rimase impiegato come poliziotto fino alla fine del 1973, per diventare poi una guardia di sicurezza e, successivamente, trovando un posto di lavoro nell’ambito della pubblica amministrazione – dove in una decina d’anni arrivò a ricoprire ruoli dirigenziali.
Nel novembre del 1975, Nilsen incontrò un ventenne di nome David Gallichan, minacciato fuori da un pub da altri due uomini. Dennis intervenne nell’alterco e portò David nella sua stanza, dove i due passarono la serata bevendo e parlando. Gallichan era omosessuale, disoccupato e risiedeva in un ostello, così gli propose di vivere insieme. La relazione durò un paio d’anni, dopo di che David se ne andò, lasciando il compagno solo e convinto di non essere adatto alla vita di coppia. Nel dicembre del 1978, l’uomo compì il primo omicidio, ai danni di un anonimo ragazzo irlandese che aveva convinto a seguirlo a casa. Strangolato con una cravatta, il suo corpo rimase nascosto sotto il pavimento fino all’agosto del 1979, quando fu cremato in un falò nel giardino dell’appartamento, che era a suo uso esclusivo.
Nel novembre del 1979 Nielsen tentò di uccidere un ragazzo di origine cinese, che sopravvisse e lo denunciò per tentato omicidio. I poliziotti, trovandosi di fronte a un ex-collega, credettero alla sua versione – un tentativo di rapina durante il quale si era difeso – e lasciarono cadere la cosa. Di fatto, consentendogli di compiere altri tredici omicidi.
Il mese successivo, infatti, strangolò e uccise Kenneth Ockendon, sezionandone il corpo e gettandone una parte nel water, mentre il resto fu stipato sotto il pavimento. Nel maggio del 1980 uccise Martyn Duffey, mentre delle cinque vittime successive non era noto all’assassino neppure il nome.
Nel maggio del 1981, quando il numero di vittime si era attestato a dodici, Nilsen decise di trasferirsi altrove. Fece “pulizia” e bruciò tutto quanto potesse ricollegarlo ai delitti in giardino.
Nel nuovo appartamento, Dennis non perse le sue “buone” abitudini. Tre assassinii e un tentato omicidio, la cui vittima non sporse denuncia fino a quando l’aguzzino non fu arrestato. L’arresto, per altro, fu un… “arresto del tubo”! L’abitudine a liberarsi di parti dei corpi delle vittime gettandole nello scarico fece in modo che lo stesso si intasasse. L’intervento di un idraulico portò alla luce pezzi di corpi umani e pose fine alla lunga lista di vittime di Nielsen. Condannato all’ergastolo, morì in carcere a settantadue anni.
Fonti:
M. Newton, Dizionario dei serial killer, Newton Compton Editori, Milano 2004.
https://en.wikipedia.org/wiki/Dennis_Nilsen
http://www.occhirossi.it/biografie/DennisNilsen.htm
http://www.serialkiller.it/serialkiller.aspx?aree_id=1&sottoaree_id=9&lang=ita&contenuti_id=97