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Un’altra poesia da “Pensieri Notturni Disordinati“.

Limbo

Mi capita spesso.
Troppo spesso, forse.
A volte, non ci faccio caso.
Altre, l’avverto subito.

Sulla pelle.
Nella testa.
Nel cuore.
Nell’intimo…

Mi sospendo.
Non volutamente, no…
Mi blocco con un gran vuoto dentro,
un vuoto che mi viene da ciò che ho pensato.

È incredibile come, da mille pensieri,
possa nascere un silenzio tale
da sembrare un buco nero…
Un enorme, spaventoso, ricercato oblio.

Oggi sono stato fortunato.
Sono riuscito in ciò che, altre volte,
rimane unicamente un sogno:
sono fuggito poco prima d’essere inghiottito.

Non mi sono lasciato risucchiare
da quel vortice immenso che è la mia mente…
Quella parte, almeno, che sfugge al mio controllo,
che mi accompagna, mano nella mano, dove vuole.

Come un bambino.
Come chi, a causa di una sorte avversa
o di proprie colpe.
non è in grado di opporre resistenza.

Non riesco a vedermi in faccia.
A ben pensarci, neppure lo voglio.
Mi farebbe male scontrarmi a muso duro
con l’io ebete e rapito che mi abita.

Ogni volta non mi capacito.
Non riesco a rendermi conto di come,
sfiorando mentalmente le mie preoccupazioni maggiori,
ne venga assorbito a tal punto.

La razionalità, quella poca,
scompare senza lasciare alcuna traccia,
alcun appiglio.
Mi lascia in balìa di un qualcosa di oscuro…

Quasi come se, impaurita,
non volesse il confronto
con tutto ciò a cui non sa dare risposta…
I sentimenti, le sensazioni a pelle, il sesto senso…

© Roberto Grenna – Riproduzione vietata

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