Un’altra poesia da “Pensieri Notturni Disordinati“. In origine, nacque come testo di canzone, che non trovò mai il proprio spartito. È rimasta come spaccato della società odierna, pur avendo quasi un quarto di secolo sulla groppa.
Tribù del terzo millennio
Il vuoto mi circonda
in queste strade di città.
Non riesco a percepire
neanche un po’ d’umanità.
Un vecchio senza denti,
seduto col suo cane,
con il cappello a terra
reclama un po’ di pane.
La gente passa in fretta
e fa fìnta di niente,
con gli occhi bassi e spenti
e con lo sguardo assente.
Non s’accorgono di te
neppure quando li hai sfiorati
così presi come sono
a viver giorni forsennati.
Tribù del terzo millennio…
Persone che han perso l’anima…
Gente sperduta sulle strade del mondo
che vive giorni inerti o furibondi.
Freddo intenso, anche se è agosto.
Buio pesto, anche sotto i lampioni.
Cielo nero, stelle perse lontano;
gente strana che tende la mano.
Non è per cortesia
o per solidarietà…
Non è per amicizia:
una prende e l’altra dà…
Serenità… generosità…
Disponibilità… bontà d’animo…
Che grande lusso, nella nostra civiltà…
Ci stiamo perdendo in un turbine d’egoismo ed ipocrisia…
Tribù del terzo millennio…
Persone che han perso l’anima…
Gente sperduta sulle strade del mondo
che vive giorni inerti o furibondi.
© Roberto Grenna – Riproduzione vietata