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Oggi condivido con Voi il prologo al Libro I della tetralogia Quell’Oscuro Regno del Male tra Tanaro e Bormida. Si tratta di un fantasy in salsa mandrogna, un esperimento. D’altro canto, tutti i miei scritti sono nati in questo modo…

LIBRO I

PROLOGO

Ci sono luoghi talmente ordinari e grigi, che mai potrebbero scatenare nell’immaginario del più fantasioso dei cantastorie alcunché di benché minimamente particolare.

Ci sono periodi storici durante i quali gli abitanti di quei luoghi vivono distaccati da qualsiasi connessione con il naturale e il sovrannaturale, incuranti di ciò che li circonda. Miscredenti. Agnostici. Non solo verso un qualunque Dio, ma nei confronti di tutto ciò che non possa essere toccato con mano.

Ci sono persone straordinarie che, in quei luoghi e in quei periodi storici, altro non sono che gli eredi di mondi vissuti prima di quello e che continuano a prosperare parallelamente a esso. Sono persone nelle vene delle quali scorrono sangue e princìpi atavici che hanno solo bisogno di essere risvegliati da chi sa, conosce e può.

Sono chiamati Prometèici, per via della loro attitudine a combattere lo stato imposto delle cose. Uno stato che arriva da lontano, che è influenzato dalle mille origini e nature di coloro che si sono alternati sul trono simbolo del potere, scavato all’interno dell’enorme radice di una quercia quando ancora la storia dell’uomo doveva avere inizio.

Sono l’unica speranza di un domani radioso in quel mondo che, di là da quello che abbiamo quotidianamente sotto gli occhi, sta progettando di eliminare le barriere che lo delimitano per fagocitare tutto ciò che c’è oltre, compresa la terra grigia, nebbiosa, fredda d’inverno e incandescente d’estate che sorge all’incontro di Tanaro e Bormida.

Perché non è sufficiente guardare. Bisogna saper vedere.

© Roberto Grenna – Riproduzione vietata

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