John Wayne Glover era originario di Wolverhampton, in Inghilterra. Lasciò la scuola a 14 anni e prestò servizio nell’esercito britannico ma fu espulso quando furono scoperti alcuni crimini compiuti intorno al 1947. Emigrò in Australia nel 1956 o 1957, vivendo inizialmente a Melbourne, ricevendo alcune condanne per furto e per aggressione e violenza nei confronti di alcune donne. Nel 1969 sposò Gay Rolls, trasferendosi con la moglie in prossimità di Sidney, a Mosman. In quel periodo, l’uomo visse rapporti sofferti con la madre – donna che ebbe molti mariti e amanti – che lo avrebbe raggiunto in Australia nel 1976, e con la suocera. Nel 1989, anno nel quale morì sua madre, a Glover fu diagnosticato un tumore al seno maschile, e, nell’arco di poco, anche la sua famiglia si sfasciò: la moglie lo abbandonò, portando via le figlie in Nuova Zelanda.
Un prodromo della sua carriera di serial ebbe luogo l’11 gennaio 1989, quando aggredì l’ottantaquattrenne Margaret Todhunter, derubandola della borsa.
Il primo omicidio risale al primo marzo 1989. Glover adocchiò l’ottantaduenne Gwendoline Mitchelhill camminare in una strada di Mosman. Prese dalla propria macchina un martello e la seguì fino al portone di casa. Mentre la donna cercava di aprire la porta, l’aggredì con violenza inaudita a martellate, lasciandola in fin di vita e derubandola della borsa. Successivamente, il 9 maggio dello stesso 1989, uccise l’ottantaquattrenne Lady Ashton, vedova dell’artista impressionista anglo-australiano Sir Will Ashton, aggredendola a martellate e poi strangolandola con un suo collant. Anche in questo caso, si impossessò della borsa.
Fino all’ottobre del 1989, John Wayne aggredì, senza ucciderle, altre quattro donne, mentre il 2 novembre assalì l’ottantacinquenne Margaret Pahud, uccidendola e derubandola. Replicò il giorno seguente, quando a trovare la morte fu Olive Cleveland, di ottantuno anni, la cui testa fu sbattuta ripetutamente sul marciapiede e che fu finita con un collante intorno alla gola.
Il 23 novembre uccise, sempre con martello e collant, la novantatreenne Muriel Falconer, anche in questo caso derubandola.
Nel gennaio del 1990 Glover commise un passo falso. In visita al Greenwich Hospital di River Road, infastidì sessualmente una paziente di 82 anni, Daisy Roberts, che urlò e attirò l’attenzione del personale infermieristico. L’uomo scappò, ma un’infermiera riuscì a prendere la targa della sua auto.
Gli investigatori risalirono a Glover in poche ore e lo convocarono per un interrogatorio, al quale non si presentò perché tentò il suicidio e fu ricoverato al Royal North Shore Hospital. Alla visita degli agenti, non acconsentì all’interrogatorio, ma lasciò che gli fosse scattata una foto.
In maniera abbastanza inquietante, però, l’assassino fu libero di uccidere un’altra donna, Joan Sinclair, di “soli” sessant’anni. Siccome era sotto sorveglianza, Glover fu colto praticamente con le mani nel sacco – sebbene fosse nella vasca pieno di barbiturici e con un polso tagliato – e arrestato.
Al processo, fu tentata la carta dell’infermità mentale, ma la condanna fu esemplare: ergastolo.
Esistono almeno altri sette omicidi compiuti tra il 1961 e il 1986 che potrebbero essere collegati a Glover, ma lui non li confessò mai e non furono trovate prove.
Al terzo tentativo di suicidio, il 10 settembre 2005, finalmente riuscì nel suo intento, impiccandosi in cella.
Fonti:
https://en.wikipedia.org/wiki/John_Wayne_Glover
https://www.smh.com.au/national/granny-killer-takes-evil-secrets-to-his-grave-20050910-gdm1k5.html