La mia malsana passione per i serial killer e per quella frangia violenta di crimini che rappresentano, come accennato nel post che ha inaugurato la sezione loro dedicata, arriva da lontano. Non mi sono mai preoccupato di capire per quale motivo mi sia nato l’interesse verso la cronaca nera e le storie che da sempre racconta. Forse, perché non mi sembra un passatempo – chiamiamolo così – particolarmente diverso da tanti altri. Oppure, perché essendo il crimine – e nello specifico l’omicidio – parte integrante della storia del genere umano fin dalla sua genesi (basti pensare, a livello simbolico, a Caino e Abele) appare abbastanza normale e naturale avvicinarvisi con l’intento di capirne di più. Oppure ancora, più semplicemente, perché non me lo sono mai domandato, utilizzando il mio tempo per leggere – “studiare” sarebbe troppo – e imparare come l’uomo sia l’unico animale in grado di uccidere per scopi differenti dalla difesa personale e dalla nutrizione.
Come si può desumere da alcuni profili tracciati nella sezione, la storia dell’omicidio seriale affonda le sue radici addirittura prima della nascita di Cristo – e anche a proposito di tale evento, come potremmo chiamare il “buon” Erode, disposto a uccidere tutti i bambini appena nati per non essere insidiato dal nuovo Re? – quando soprattutto regnanti e individui di potere non si facevano scrupoli a far eliminare (o a eliminare personalmente, con un’aggiunta di piacere) antagonisti, consorti scomodi, figlie e figli illegittimi, semplici sfortunati. Se, poi, cerchiamo una motivazione al concetto di “serialità”, ci accorgiamo ben presto di come popolazioni ricordate come l’origine della cultura praticassero la pedofilia seriale, oppure di come religioni di ogni latitudine e longitudine ammettessero e incentivassero lo stupro e l’omicidio rituale (il più delle volte praticato sempre dagli stessi individui).
Non ho competenze sociologiche o mediche per esprimermi sulle ragioni che spingevano e spingono tanti individui a comportamenti del genere, ma ho la curiosità di conoscere – e prego ogni giorno di poterla avere fino a quando passerò a miglior vita, altrimenti rischierei un’esistenza estremamente noiosa – e la voglia di ricercare, informarmi, confrontare storie, situazioni, motivazioni. E, non ultima, la passione per la scrittura, per la focalizzazione su carta – reale o virtuale che sia – di quanto letture ed elucubrazioni abbiano solleticato o prodotto, al fine ultimo e senza particolari sovrastrutture di fornire a chi come me amasse occuparsi di questi argomenti niente più di uno spunto di riflessione.
Proprio in questa direzione va la produzione di due piccoli ebook che avevano inaugurato una collana (Serial Killer’s Stories) edita da Masca Servizi Editoriali (che, purtroppo, ha chiuso i battenti pur producendo pubblicazioni di qualità): “Dieci storie di avvelenatrici” e “Donato Bilancia – Storia di un serial killer che ha terrorizzato il Nord-Ovest italiano”. Considerando il fatto che i diritti di pubblicazione sono rimasti a me, in qualità di autore, ho predisposto una riedizione senza ISBN del primo dei due che ho piacere di condividere con chi vorrà leggerla. Pur con molti miglioramenti possibili, ho deciso di riproporla praticamente identica a quella pubblicata a suo tempo, così che chi vorrà leggerla possa – se lo voglia – suggerire miglioramenti possibili e/o indicazioni per la stesura di altri saggi simili. Al momento è in incubazione un volume che ha come titolo provvisorio “Dieci storie di cannibali – Volume I”, che lascia chiaramente presagire un successivo “Volume II”…
Dieci storie di avvelenatrici – Roberto Grenna (il file è in formato PDF – Disponibile su richiesta all’indirizzo roberto@grenna.cloud il formato epub)