Uno dei due serial killer di Hong Kong fu ribattezzato con un soprannome bizzarro: ”Jars Murderer”, “assassino dei barattoli”, per la sua abitudine a tenere sotto formaldeide parti anatomiche delle proprie vittime.
Nato in Malesia nel 1955, si trasferì con la famiglia ancora bambino a Hong Kong, dove ebbe qualche problema di inserimento per via della sua abitudine a stare in disparte e a non socializzare. Ritiratosi da scuola, ebbe modo di provare a svolgere diversi lavori, arrivando poi a stabilizzarsi come tassista. Nonostante percepisse un proprio stipendio, continuò a vivere con i propri genitori e a condividere la propria camera da letto col fratello minore. Sempre impegnato nel turno di notte, poteva utilizzare la casa per depezzare i corpi delle proprie vittime sera che nessuno si accorgesse di niente.
La prima preda dell’uomo fu la ventiduenne Chan Fung-lan, che fu caricata fuori da un locale completamente ubriaca. Durante il viaggio che separava la giovane da casa, per cause assolutamente da individuare, Lam fermò l’auto e la uccise, strangolandola con un cavo elettrico. Terminato il turno, anche favorito dal buio, portò il cadavere in casa, nascondendolo sotto il divano. Una volta rimasto solo, provvide alla sezione con un seghetto, fermandosi ogni tanto per scattare qualche foto. Caricati i poveri resti nel bagagliaio del taxi, li gettò nel fiume Shing Mun, dal quale riaffiorarono giorni dopo.
La seconda vittima fu una barista di trentuno anni, Chan Wan-kit, caricata a fine turno, uccisa e smembrata, non prima di aver avuto un rapporto sessuale con il cadavere. Le parto del suo corpo furono ritrovate in diverse borse di riso sparpagliate lungo una strada trafficata.
Lo stesso copione si ripeté con altre due vittime, la ventinovenne Leung Sau-wan e la diciassettenne Leung Wai-sum che, ironia del destino, aveva chiamato un taxi per rientrare a casa in maniera sicura dopo una serata con gli amici.
La psicosi del “mostro” s’impossessò della città e le autorità brancolavano nel buio. Arrivarono alla soluzione del caso per… caso! Lam portò a sviluppare alcuni rullini da un fotografo a Mong Kok, un quartiere abbastanza prossimo alla strada attorno alla quale abbandonava i corpi. Durante le fasi dello sviluppo, l’operatore rinvenne in una foto qualcosa di strano: un seno. Un seno in un barattolo. Avvisata la polizia, al ritiro delle foto da parte dell’uomo si procedette al suo arresto, il 17 agosto 1982.
Durante le indagini e le perquisizioni si arrivò a ipotizzare la presenza di almeno quindici vittime, ma le uniche quattro effettivamente ritrovate e riconosciute furono quelle oggetto delle confessioni di Kor-wan, che ammise anche di aver mangiato parte dell’intestino di una di esse.
Condannato a morte nell’aprile del 1983, la sua pena fu commutata in ergastolo una volta abolita la pena di morte. Sta scontando l’ergastolo nel carcere di Shek Pik.
Fonti:
https://en.wikipedia.org/wiki/Lam_Kor-wan
https://serialkillerdelittiomicidicronacaneraprofiling.home.blog/2019/02/10/lam-kor-wan/
https://www.scmp.com/magazines/post-magazine/short-reads/article/2106303/our-archives-capture-hong-kongs-jars-killer