Carlos Eduardo Robledo Puch era un ragazzo magro, con capelli biondi e ricci, nato il 22 gennaio 1952, figlio di un tecnico della General Motors – discendente del generale Martín Güemes – e di una donna di origine tedesca.
A scuola, il ragazzo era un ribelle, un violento, pur essendo considerato intelligente. Fu espulso da tutti i collegi frequentati e già in età giovanile finì nei guai per il furto di una motocicletta. Condivise la passione per i motori con due amici, Jorge Ibáñez, di due anni più giovane, e Héctor Somoza. I due non andavano d’accordo e Carlos decise di proseguire il suo rapporto d’amicizia con Ibáñez.
A partire dal settembre del 1970, i due misero in atto diverse azioni criminali. Votati inizialmente ai furti, durante uno di questi Robledo Puch trovò una pistola Ruby calibro 32. Il primo (duplice) omicidio avvenne il 15 marzo 1971. Dopo aver svaligiato la cassa di una discoteca, l’Enamor, i due videro il proprietario e il guardiano notturno che dormivano su due brande. Carlos li uccise, sparando loro alla testa con la sua Ruby, prima di andarsene indisturbati.
Il 9 maggio 1971, durante un’irruzione in un negozio di ricambi, trovarono in una delle stanze una coppia addormentata con il proprio figlio neonato. Robledo Pulch uccise l’uomo, ferì la donna – che dovette anche subire il tentativo di violenza sessuale da parte di Ibáñez – e sparò alla culla, fortunatamente mancando il piccolo.
Nel volgere di poche settimane, le vittime aumentarono: il 24 maggio uccisero il guardiano notturno di un supermercato; il 13 giugno Ibáñez violentò una sedicenne che Robledo uccise con cinque colpi di pistola; il 24 giugno vi fu la tentata violenza a una donna di 23 anni, che fu uccisa con sette colpi. Fu l’ultimo reato condiviso, poiché il 5 agosto Jorge morì in un incidente d’auto, mentre il suo compare – che era alla guida – rimase illeso.
A quel punto, Carlos riallacciò i legami con Somoza. Il 15 novembre svaligiarono un supermercato, fortunatamente senza fare vittime. Il 17 novembre svaligiarono un concessionario, uccidendo il guardiano, replicando il medesimo crimine il 24 dello stesso mese.
Il primo di febbraio del 1972, durante un colpo in un negozio di ferramenta, uccisero il guardiano e, trovando difficoltà nell’aprire la cassaforte, ebbero probabilmente un litigio, che costò la vita a Somoza. Robledo tentò di rendere irriconoscibile il complice bruciandogli la faccia con una fiamma ossidrica, ma dimenticò la sua carta d’identità nei pantaloni del complice. Fu arrestato il 4 febbraio.
Fu condannato all’ergastolo nel 1980. Nel 2013 chiese la revisione della condanna, oppure di essere giustiziato – cosa illegale in Argentina – ricevendo due dinieghi. Uscì per effettuare una serie di visite mediche nel 2016, dopo quarantaquattro anni ininterrotti di carcere, dove si trova ancora attualmente.
Fonti:
V. M. Mastronardi, R. De Luca, I serial killer – Il volto segreto degli assassini seriali: chi sono e cosa pensano? Come e perché uccidono? La riabilitazione è possibile?, Newton Compton Editori, Milano 2009
https://en.wikipedia.org/wiki/Robledo_Puch
https://www.lanacion.com.ar/lifestyle/robledo-puch-el-angel-negro-nid785598