Il “mostro di Montmartre” nacque in Martinica nel 1963 da una ragazza di sedici anni e da un muratore che lo riconobbe, ma che pochi giorni dopo la sua nascita partì alla volta della Francia. Il bambino crebbe dall’anno e mezzo ai dieci anni con la nonna materna, che gestiva un ristorante e che poteva occuparsi di lui marginalmente, in totale mancanza di regole. Fu ripreso dalla madre, che nel frattempo si era sposata e aveva avuto altri cinque figli, ma il bambino ebbe problemi a integrarsi con i fratellastri e le sorellastre. La donna riprese i contatti con il padre biologico, che sei era trasferito a Tolosa, nel tentativo di farsi pagare gli alimenti, ma l’uomo decise di prendere il figlio con sé.
Thierry ebbe difficoltà a integrarsi, da bambino di colore in mezzo a tanti bambini bianchi, ma riuscì a prendere un diploma come parrucchiere. A diciassette anni si arruolò e fu assegnato come parrucchiere al Quattordicesimo RPCS, ma fu discriminato in quanto meticcio e omosessuale. Durante un permesso dal servizio minacciò con un coltello la cassiera di un supermercato a scopo di rapina. Fu riconosciuto, arrestato e condannato a due anni di reclusione, dei quali scontò solo poche settimane, essendo anche allontanato definitivamente dall’esercito.
L’uomo cominciò a frequentare l’ambiente del cabaret, esibendosi come drag queen e conoscendo durante uno degli spettacoli il diciannovenne Jean-Thierry Mathurin, tossicodipendente dedito alla prostituzione, che divenne suo compagno.
Licenziato dal locale dove si esibiva per motivi disciplinari, si ritrovò con uno stile di vita molto dispendioso e senza le opportune entrate, così cominciò a dedicarsi a furti, rapine e spaccio.
Tra il 5 ottobre 1984 e il primo dicembre 1987, giorno del suo arresto, Paulin ebbe modo di aggredire ventuno anziane signore (età comprese tra i settantuno e i novantuno anni) e di ucciderne almeno diciotto. Il copione degli omicidi fu spesso simile, con le vittime soffocate con un sacchetto di plastica in testa o strangolate con le mani, non senza aver prime subito violenze di qualsiasi genere – tranne quelle sessuali – e, in alcuni casi, essere state costrette a bere detersivi. Nell’agosto del 1986, Thierry fu arrestato per aver aggredito un proprio fornitore di droga e fu condannato a un anno di prigione. Proprio in carcere scoprì di essere sieropositivo e così, una volta uscito, decise di vivere al massimo tutto il tempo che gli rimaneva.
Anche grazie al suo aspetto – si era tinto i capelli biondo platino – e al fatto che aveva lasciato sui luoghi degli omicidi parecchie impronte digitali, fu arrestato il primo dicembre 1987. Non vi fu tempo per il processo: Paulin morì a seguito dell’AIDS in 17 aprile del 1989, in carcere.
A margine della storia, il suo fidanzato – dal quale si era separato già da parecchi mesi – fu invece condannato all’ergastolo per la complicità nei primi sette omicidi per altri crimini minori. Fu rilasciato nel gennaio 2009.
Fonti:
https://en.wikipedia.org/wiki/Thierry_Paulin
https://fr.wikipedia.org/wiki/Thierry_Paulin
https://serialkilleredelitti.com/2019/02/04/thierry-paulin-il-mostro-di-montmartre/