Ci sono mostri che non hanno corpo. Non si palesano all’occhio. Non hanno forma, né producono ombra se investiti dalla luce.
Ci sono mostri che ti cambiano senza che tu ne conosca l’esistenza. Che trasformano l’aria pura in miasmi, l’acqua cristallina in liquami, i raggi del sole in tenebra.
Ci sono mostri che ti accompagnano da quando eri piccolo. Ci sono mostri che ti abbandonano quando li razionalizzi. Ci sono mostri che ti assalgono, ti avvolgono, si impossessano di te quando meno te l’aspetti. Oppure quando sei tu a cercarli.
Ci sono mostri che ti spengono e ti riaccendono a loro piacimento. Che ti portano a far cose che sai che ti faranno male, ma che ti fanno dire: “In fondo, chi se ne frega?”
Ci sono mostri che si divertono a prenderti e a mollarti quando vogliono, come amanti dispettosi, egocentrici e volubili che ti vogliono intorno solo quando hanno bisogno di te.
Ci sono mostri in grado di penetrare ogni tua singola cellula capace di formulare pensiero e di annientarla. Di renderla inerme. Di guidarla dove meglio preferiscono.
Ci sono mostri che ti mangiano da dentro e tu non sapresti nemmeno dire come facciano. Perché non lo sai. Perché non te ne accorgi. Perché sei un tutt’uno con loro.
Ci sono mostri che le lacrime provano a espellere dal tuo io, ma che di andarsene non hanno proprio voglia.
Ci sono mostri che sanno star lontani per tanto tempo ma che poi, quando credi d’esserne libero, tornano senza chiedere permesso e senza preoccuparsi della loro invadenza.
Ci sono mostri che talvolta puoi sopire, ma che difficilmente riesci a sconfiggere.
Ci sono mostri dei quali di certo non senti il bisogno, ma sono loro ad avere bisogno di te. Sono parassiti in grado di prosciugarti ogni volontà e, finito con te, passeranno a tormentare qualcun altro.
Mostri. Mostri senza forma, ma spesso con volti, nomi, sembianze fisiche. Mostri della mente. Mostri che il peggior film dell’orrore non potrebbe descrivere.