E niente… ormai è ufficiale: nulla mi stupisce più. Soprattutto in negativo. In positivo, onestamente, non so, perché da troppo tempo non arrivano notizie di rilievo in questa direzione. Premetto di non essere in grado di prevedere tutte le altrui reazioni, intese come modi di comportarsi dei singoli, ma ho purtroppo ancora la sensibilità di prefigurarmi come andrà a finire una situazione che coinvolga più persone, così come di prepararmi in precedenza a rispondere e a chiarire ciò che chiaro potrebbe non essere.
Tutto ciò, purtroppo, richiede una dose di energie notevole, anche solo per configurarsi in maniera esauriente ed esaustiva tutti gli scenari, ed è ciò che oggi, al livello di stanchezza mentale raggiunta, non posso più permettermi. Così come non posso, né voglio, più trovare soluzioni per gli altri. Perché intanto, per buone che siano, non andranno mai bene. Perché intanto, ci sarà sempre chi dirà “Sì, ma…” senza proporre una soluzione alternativa. Perché intanto ci sarà sempre chi, tra le righe, ti darà del maniaco del controllo o del prevaricatore. E tutto questo, solo perché ti premuri – per tua maledettissima natura – di provare ad aiutare chi si trovi di fronte a te a risolvere i suoi problemi. E sottolineo SUOI.
Impiego così tante risorse per risolvere i casini degli altri che poi non ho più energie per mettere a posto i miei. Per investire nel futuro dei miei figli. Per fare stare bene loro, avendo anche la possibilità di far capire che l’egoismo e il “Sì, ma…” non portano da nessuna parte. Che la vita va vissuta mettendosi in gioco per ogni singola situazione, soprattutto quando c’è qualcuno che ha bisogno. Che la coerenza è merce rara, che tu puoi solo offrire e mai puoi pretendere dall’altra o dall’altro. Che mettersi in gioco per gli altri fino ad annullare le tue esigenze è giusto, perché così va fatto. Che l’Amore, quello con la A maiuscola, è volere il bene dell’altro. Che non bisogna aver paura di nulla.
Ebbene, non credo nemmeno di avere più il tempo per continuare a esserne convinto io stesso. Gli anni cominciano a pesare e le esperienze ormai sono tante. Fare un bilancio non è complicato, anche come campione statistico. Il problema è che forse non ho voglia di farlo, perché dovrei poi portare i libri in tribunale. E non parlo di vil denaro.
La già citata stanchezza mentale, quella che segue ogni singola battaglia a difesa del bene di qualcun altro, mi lascia più derelitto di quanto già io sia. E il punto è che anche di fronte a questo non provo… più nessuno stupore…
Ci sono due passaggi di questo scritto su cui mi sento di riflettere… Amare è volere il bene dell’altro è il primo: ma io quando sarò l’altro? Nell’attesa ho sempre amato, forse perché sono “un mediano” e gioco, costruisco azioni sempre affinché qualcuno che non sia io faccia gol…
Non aver mai paura di nulla….eh si, questo per me è veramente impossibile, ho paura di tutto, persino di entrare in classe dopo quasi trenta anni e non essere alla altezza della situazione, Non c’è soluzione per chi ha ama e per chi ha paura, l’ unico modo per sopravvivere è trovare il coraggio di continuare….. Fino a quando? Fino al giorno in cui il mondo diventerà un posto migliore e la notte sarà non più il momento in cui rivedere i propri sbagli vestiti da fantasmi che tormentano senza tregua ma il tempo in cui varrà la pena stringere la mano di chi ti accompagnerà verso la serenità. Troppo difficile per essere vero e sicuramente troppo sciocco perché io ci creda ancora. Buonanotte e che sia “buona” con noi almeno una volta ogni tanto.